Michele Damasceno, Divina Liturgia, Θεία Λειτουργία, XVI sec., Museo delle Icone e delle Sacre Reliquie dell'Arcidiocesi di Creta, Candia |
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segunda-feira, 25 de fevereiro de 2013
Beato Giacomo Alberione, LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA Messa come sacrificio
Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
- Istruzione II LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA
- Messa come sacrificio
Istruzione II
LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA
Il sole della pietà
La Messa sole della pietà, regina delle divozioni, fonte dell’acqua di vita e delle grazie, che comunicano i sacramenti.
La Messa il più efficace suffragio per il purgatorio.
La Messa luce, sacrificio, innesto della preziosa oliva in un olivastro, che è l’uomo peccatore.
La Messa gloria del sacerdote, fortezza dei martiri, alimento delle vergini, l’occulta potenza dell’apostolo,
dello scrittore, del predicatore, la gioia del vero cristiano.
L’eterna Messa celebrata dal Sommo Pontefice in cielo glorifica Dio e dà gaudio ai Beati.
Valori della Messa
a) Latreutico: adorazione della somma Maestà di Dio, principio e fine del mondo e nostro individuale.
b) Eucaristico: alla somma Bontà di Dio dal quale ogni bene proviene al mondo ed a noi.
c) Propiziatorio: in soddisfazione dei peccati del mondo e di quanti per cui la Messa si offre.
d) Impetratorio: per le grazie generali e particolari per cui si prega.
c) Speciale: per chi viene applicata la Messa, o in carità od in giustizia.
d) Specialissimo: per il Sacerdote celebrante in quanto compie il sacro rito.
Il grande valore ed i grandi frutti della Messa si spiegano con quanto dice il Concilio di Trento:
–è la stessa vittima, Gesù Cristo, l’immacolato Agnello, il Figlio di Dio incarnato, che viene offerto su l’altare come già su la croce;
–è lo stesso offerente principale, il Sacerdote Gesù Cristo, mentre chi celebra è offerente secondario;
–uguali sono il valore ed il frutto in sé considerati; sola differenza è il modo con cui viene offerto il sacrificio: cioè l’apparato esterno, senza nuovo spargimento di sangue, ecc.
Ogni peccato è una soddisfazione dell’uomo; non si ripara che con un’immolazione: sacrificio di Gesù e sacrificio nostro con Gesù.
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Triplice dimensione
La Messa si divide in tre parti: Istruzione, Sacrificio, Comunione.
La prima va dall’Introito al Credo compreso (quando viene recitato). Premessa la preparazione ai piedi dell’altare, viene letto l’Introito che è come un sunto dell’insegnamento che è dato per mezzo delle parti seguenti (Epistola, Graduale, Tratto, Vangelo); l’Oremus domanda la grazia conforme all’istruzione; e col Credo si fa l’atto di fede nella dottrina presentataci.
Il Sacrificio è preparato con l’Offertorio, la Secreta,
il Prefazio, la prima parte del Canone che ci mette in comunicazione ed invocazione dei santi. La Consacrazione rende presente il sacrificio della Croce. È il grande momento: Gesù si offre come vittima; il sacerdote e gli astanti si offrono a Dio con Gesù Cristo. L’elevazione è per l’adorazione. In seguito, sino al Pater, vien fatta la distribuzione dei frutti: al cielo, alle anime purganti, alla Chiesa militante, con la piissima conclusione: per ipsum... tutto; gloria della Ss. Trinità per Gesù Cristo.
La Comunione (parte unitiva) ha la preparazione dal Pater noster sino al Domine, non sum dignus. Segue la Comunione del Sacerdote e quella dei fedeli.
Quindi il ringraziamento col Communio, Postcommunio, la Benedizione e l’ultimo Vangelo.
L’Ite missa est è il saluto al popolo che partecipò al Sacrificio.
Messa come sacrificio
La Messa Sacrificio di Gesù Cristo, che offre di nuovo se stesso come Uomo-Dio in adorazione, lode e ringraziamento; atti, questi, di «valore morale infinito». Dio riceve in parità quanto ha diritto di avere; niente può impedire questi effetti.
Inoltre Gesù Cristo nella Messa soddisfa per i peccati ed impetra le grazie. Purifica ed ottiene tutto; ma tutto si applica a noi a misura delle disposizioni, pentimento e fiducia.
La Messa Sacrificio dell’umanità. Si offre «pro nobis et totius mundi salute».1 La Croce è il centro della
storia umana. L’umanità nel tempo antico poteva salvarsi sperando nella redenzione del Messia venturo; l’umanità dalla Croce sino alla consumazione dei secoli può salvarsi guardando alla Croce che sta al centro. Così come nel deserto i morsicati degli Ebrei rivolgendosi al serpente di bronzo, preparato da Mosè, erano guariti. Là sul Calvario, Maria, per mezzo del Figlio suo, schiacciava la testa del serpente: «ipsa conteret caput tuum».2
La Messa Sacrificio della Comunità e della Famiglia nostra. Essa ha pure dei peccati da soddisfare, delle grazie da ottenere. Ha pure da portare gloria a Dio e portare con l’apostolato pace agli uomini. Il Superiore Generale una volta al mese celebra per tutta la Famiglia ed i suoi membri; il Provinciale per la Provincia; il Superiore di una Casa per la sua Comunità; il Maestro per i suoi discepoli; lo scrittore per i suoi lettori; il Direttore della «San Paolo Film» per i suoi spettatori.
La Messa Sacrificio del Religioso. Gesù «umiliò se stesso fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo esaltò...» [Fil 2,8-9]. Il Religioso rinnova l’offerta di sé, offrendo la sua volontà uniformata al volere divino; ed in Cristo sarà un’ostia, attendendo la gloria. Gloria proporzionata alla morte di se stesso; quale esaltazione nella resurrezione finale!
La Messa Sacrificio del Sacerdote. Il centro della giornata è la consacrazione. Impara sino a che punto deve amare le anime: «Io m’immolerò per voi». «Nessuno ama più di chi muore per l’amato». Essendo «alter Christus», già si è imposta una sorte: consumare
tutto se stesso per le anime, tempo, salute, ingegno, riposo, denaro, stima, comodità, sentimento... Servo delle anime: «Sacerdos aliis».3 Il popolo è il suo padrone cui sacrificherà tutto: «affinché dove sarà Gesù là arrivi il Sacerdote».
La Messa Sacrificio del paradiso, del purgatorio, della Chiesa. La Messa allieta tutto il cielo ed ottiene le preghiere dei santi e degli angeli.
La Messa porta un sollievo, come principale suffragio, alle anime che soffrono per il ritardato ingresso in cielo, e assicura l’amicizia di esse per noi.
La Messa è il grande potere e sicurezza della Chiesa: Gesù è con essa, ma crocifisso, agnello ucciso e sempre vivo: che ogni momento rinnova la sua passione per il continuo susseguirsi di Messe nel mondo.
1 «Per la salvezza nostra e di tutto il mondo».
2 «Essa ti schiaccerà il capo» (cf. Gn 3,15).
3 «Il sacerdote è per gli altri».
Oblazione universale
La storia dei popoli, le profezie, le figure, i sacrifici dai quali fu figurata e preparata l’immolazione dell’Agnello immacolato: Abele, Abramo, Melchisedech. «Ab ortu solis usque ad occasum offertur nomini meo hostia munda»;4 la pasqua ebraica con l’immolazione e la consumazione dell’agnello; tutti i sacrifici di giovenchi, pecore, grano, olio, ecc. avevano valore in relazione, come ricordavano, il sacrificio della croce.
Come è bello e grande un Maestro che celebra ed offre con i suoi che l’attorniano! «...et omnium circumstantium quorum tibi fides cognita est et nota devotio».5 Quanto solenne la consecrazione! con la seguente distribuzione dei frutti: a Dio: «iube hæc perferri per
manus sancti Angeli tui in sublime altare tuum»;6 al purgatorio: «Memento etiam, Domine, famulorum famularumque tuarum, qui nos præcesserunt cum signo fidei»;7 alla Chiesa tutta: «nobis quoque peccatoribus...»;8 conchiudendo perché tutto e solo va alla gloria di Dio: «Per ipsum, et cum ipso, et in ipso... omnis honor et gloria».9
4 «Dall’oriente all’occidente... è offerta al mio nome una oblazione pura» (cf. Ml 1,11).
5 «[Ricordati] anche di tutti i presenti, dei quali conosci la fede e la devozione» (Missale Romanum, Canone Romano).
6 «Fa’ che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull’altare del cielo» (ibid.).
7 «Ricordati anche, Signore, dei tuoi servi e serve che ci hanno preceduti con il segno della fede» (ibid.).
8 «Anche a noi, peccatori...» (ibid.).
9 «Per Lui, con Lui e in Lui... ogni onore e gloria» (ibid.).
Modi e gradi di partecipazione
I modi di assistere alla Messa sono vari; tanto più perfetti quanto meglio portano a partecipare al sacrificio: intenderlo, sentirlo nelle varie parti, offrirlo col sacerdote (che rappresenta il popolo), partecipare alla vittima divina mediante la Comunione.
Ecco l’Istruzione della Sacra Congregazione dei Riti:
«Si procuri diligentemente che i fedeli assistano alla Messa letta “non come estranei o spettatori muti”, ma prestino quell’attenzione che è richiesta da un tale mistero e che possa portare i frutti più copiosi.
Il primo modo con cui i fedeli possono partecipare alla Messa letta, si ha quando i singoli, di propria iniziativa, prestano la loro partecipazione sia interna, ossia la devota attenzione alle parti più importanti della Messa, sia esterna, secondo le consuetudini in vigore nei vari luoghi.
Lodevolissima è l’abitudine di quei fedeli i quali, usando un messalino adatto alla loro capacità, pregano assieme al sacerdote con le stesse parole della Chiesa.
Siccome però non tutti sono ugualmente capaci di
capire esattamente i riti e le formule liturgiche, e d’altronde le necessità delle
anime non sono le stesse in tutti, né permangono sempre le stesse in una
persona, si richiede un altro modo di partecipazione, più adatto e più facile,
quello cioè “di meditare piamente i misteri di Gesù Cristo o di compiere altri esercizi di pietà o recitare preghiere le quali, benché differenti per formule dai sacri riti, per natura sono concordi con quelli”.
Il secondo modo di partecipazione si ha quando i fedeli prendono parte al Sacrificio eucaristico, recitando le preghiere comuni e cantando. Si cerchi di adattare convenientemente preghiere e canti alle singole parti della Messa, tenendo fermo quanto è prescritto al n. 14 c.
Il terzo modo, infine, più completo, si ottiene quando i fedeli rispondono liturgicamente al sacerdote celebrante, quasi “dialogando” con lui e dicendo ad alta voce le parti loro proprie.
In questo modo di partecipazione più completa si distinguono quattro gradi:
a) Primo grado: quando i fedeli dànno al sacerdote celebrante le risposte liturgiche più facili, come: Amen; Et cum spiritu tuo; Deo gratias; Gloria tibi, Domine; Laus tibi, Christe; Habemus ad Dominum; Dignum et justum est; Sed libera nos a malo.
b) Secondo grado: quando i fedeli recitano anche le parti che sono proprie dell’inserviente, secondo le rubriche; e, se viene distribuita la santa Comunione durante la Messa, recitano il Confiteor (ora soppresso) e tre volte il Domine, non sum dignus.
c) Terzo grado: quando i fedeli recitano con il sacerdote celebrante anche le parti dell’Ordinario della Messa, ossia il Gloria in excelsis; Sanctus-Benedictus; Agnus Dei.
d) Quarto grado: quando i fedeli recitano con il sacerdote celebrante le parti che sono del Proprio della Messa: Introito; Graduale; Offertorio; Comunione. Quest’ultimo grado si può adottare decorosamente e degnamente da gruppi scelti e più istruiti (ossia nei Seminari, nelle Comunità religiose, nelle Associazioni cattoliche meglio preparate sulla Liturgia).
Nelle Messe lette, i fedeli possono recitare col sacerdote celebrante tutto il Pater noster, preghiera antica e molto adatta alla Comunione.
Nelle Messe lette i fedeli possono cantare canti popolari religiosi, osservando tuttavia la regola di saperli adattare alle singole parti della Messa.
Il sacerdote celebrante, specialmente se la chiesa è grande e i fedeli numerosi, dica ad alta voce le parti che deve pronunciare con voce chiara secondo le rubriche, di modo che tutti i fedeli possano seguire la sacra azione opportunamente e con comodo».10
Più completa ancora si ha quando il Celebrante legge e spiega il testo del Vangelo e dell’Epistola.
10 Cf. Istruzione della Sacra Congregazione dei Riti “De musica sacra”, del 3 settembre 1958, nn. 28-34.
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